Piercing cura e infezioni
Le infezioni dei piercing sono molto diffuse e solitamente i segnali della loro presenza sono molto chiari, ma bisogna saperli riconoscere e soprattutto sapere quali possono essere normali, per non confondere piccoli problemi con qualcosa di più. Inoltre è necessario prendersi cura del proprio piercing, affinché non si riscontrino complicazioni. Scopriamo insieme allora tutte le cure e le possibili infezioni nelle quali si può incorrere.
Pus
In particolare, un sintomo preciso, è la presenza di pus. Cosa sta a significare?
Il pus è un liquido torbido, chiamato essudato, formato da cellule, e causato da alcuni batteri che hanno portato ad un’infiammazione del tessuto, ha solitamente un colore giallo-verdastro e si presenta in contemporanea ad altri sintomi quali gonfiore, prurito e dolore. Non deve essere confuso con il sebo, che è invece una sostanza di colore bianco-giallo, prodotta nel momento in cui il tessuto sta guarendo dalle ghiandole sebacee, e non si accompagna ad altri sintomi. La presenza di sebo indica una ferita in via di guarigione, che deve essere disinfettata e pulita per consentire una cura adeguata.
La presenza di pus, può dunque indicare un’infiammazione, infezione o un rigetto, probabile e diffuso in molti casi, se questa presenza si accompagna ad ulteriori sintomi, si consiglia di contattare il proprio piercer o un medico per attuare la terapia migliore. Solitamente il piercer vi consiglierà di applicare sulla ferita, una crema, la gentalyn Beta, antibiotica, che sarà in grado di far passare l’infezione. Prima di ogni applicazione della pomata, sarà necessario lavarsi le mani, per evitare il contatto di batteri con il foro, pulire il piercing con sapone neutro ed acqua, rimuovendo il pus presente, disinfettare la ferita con soluzione fisiologica ed applicare la crema solo una volta che sarà completamente pulito.
Rigetto: cos’è e come evitarlo
Il rigetto è un processo che avviene quando la pelle spinge fuori un oggetto estraneo distruggendo il tessuto che lo circonda, un rischio che si può spesso correre con i piercing. Per ridurlo, è necessario avere cura del proprio orecchino.
I piercing ad alto rischio di rigetto sono: quelli sulle sopracciglia, all’ombelico, alcuni piercing genitali, il frenulo della lingua e i piercing in superficie. Quelli sulla cartilagine ne hanno invece uno molto basso. Tra le varie caratteristiche, i piercing che devono attraversare la carne dovrebbero avere una barra dritta o leggermente curva, mentre quelli da applicare in superficie hanno degli orecchini specifici. Per quanto riguarda il materiale, il titanio e il vetro hanno un rischio di rigetto più basso dell’acciaio, perché il corpo li tollera meglio. In genere quelli più piccoli si infettano più facilmente, dunque meglio optare per il più grande possibile sulla zona da trattare. Molti piercer sostengono che per alcuni posti, come la lingua e le piccole labbra, sia necessario almeno un 12.
Per prendersi cura del proprio piercing, è fondamentale lavarlo ogni giorno con acqua e sapone, e applicare una soluzione a base di acqua e sale non iodato, mettendone 1/4-1/8 di cucchiaino in 250 ml di acqua tiepida distillata o in bottiglia. Ma attenzione, non bisogna assolutamente esagerare con la quantità di sale: un’eccesso può infatti causare un’irritazione. Non scheggiare o rovinare il piercing, ed evitare di usare prodotti per i capelli e vestiti troppo stretti. Se il piercing si sta irritando, se c’è del rossore intorno al buco o se sembra che il foro si stia allargando, è bene rivolgersi immediatamente al proprio piercer di fiducia. Se il corpo sta espellendo l’orecchino, meglio non toglierlo da soli e recarsi da un professionista qualificato per rimuoverlo poiché un’infezione trattata da mani inesperte può richiudersi su se stessa, formando una cisti.
è possibile disinfettarlo con l’alcool?
Farsi un piercing non significa solo preoccuparsi della corretta esecuzione, del dolore e del gioiello utilizzato, significa applicare tutte quelle procedure di pulizia e disinfezione giornaliera per evitare di contrarre infezioni e per far cicatrizzare al meglio la ferita. La disinfezione è importantissima, ma quali sono i detergenti da usare? L’alcol è uno di questi?
L’alcol è solitamente un disinfettante di prima scelta quando si parla di ferite, grazie alla sua capacità di uccidere la maggior parte dei batteri permette al nostro corpo di non contrarre continue infezioni. Tuttavia quando si parla di piercing, l’alcol è sconsigliatissimo, considerato poco adatto al genere di ferita in quanto non le permetterebbe di rimarginarsi, anzi ne allungherebbe il tempo di guarigione, causando irritazioni alla zona circostante. Stessa cosa vale per l’acqua ossigenata, che potrebbe evitare la formazione di cellule sane.
Cura
Ogni zona del corpo tendenzialmente ad oggi può vedere protagonista uno o più piercing spesso tra le nostre pagine ne parliamo ma la cura dei fori non l’abbiamo quasi mai approfondita e questa varia sulla base di dove il piercing viene collocato. I piercing all’interno della bocca devono essere curati con colluttori antibatterici e privi di soluzioni saline, evitare cibi troppo caldi per i primi giorni e disinfettare sia in entrata che in uscita il foro.
Per i piercing surface il trattamento è diverso ovviamente, occorre un sapone antibatterico e una soluzione fisiologica. Vanno disinfettati almeno due volte al giorno e bisogna evitare i primi tempi di esporli a fonti di calore eccessive quindi se è il caso vanno coperti con garze sterili. Qualora stesse insorgendo un infezione ve ne accorgereste grazie a tre elementi: prurito o dolore, gonfiore e uscita di pus anticipata da gonfiamento dell’area interessata. Qualora questi sintomi si presentassero l’istinto primordiale ci porta a togliere l’orecchino ma non sempre è la soluzione indicata, infatti spesso l’infezione resta sotto pelle e il foro dopo la rimozione dell’orecchino si chiude, quindi ai primi sintomi rivolgetevi al vostro piercer di fiducia che vi suggerirà il modo migliore per contrastarla e fermarla.