Tatuaggi, le tecniche antiche
Oggi parleremo delle tre tecniche utilizzate dai tatuatori più in uso ai giorni nostri, tecniche che si rifanno a quelle antiche.
Il primo è il SAMOANO: Questa tecnica in Italia non è praticata ed è estremamente dolorosa, per realizzarla occorrono al tatuatore due diversi attrezzi, il primo ha l’aspetto di un pettine composto da 3 a 20 aghi al massimo, questo strumento viene ricavato da ossa o conchiglie, questo pettinino è attaccato ad un impugnatura e viene battuto con un martelletto, siccome è associato a pratiche rituali nella sua accezione classica, mentre ancora oggi si svolge questa tecnica di tatuaggio si battono tamburi e il tatuatore è circondato da aiutanti, l’inchiostro viene ricavato mescolando la cenere di una specifica pianta a olio e acqua.
Il secondo è quello GIAPPONESE: L’ago o gli aghi in questo caso vengono inseriti nella pelle in senso obliquo e lo strumento è costituito da una canna di bambù (impugnatura) al quale sono applicati diversi aghi, una delle due mani del tatuatore tiene la pelle in tiro l’altra preme sulla pelle.
Il terzo metodo quello AMERICANO: Questo è quello più comune in occidente, è il metodo della macchinetta elettrica ad aghi pre-assemblati o da assemblare, per tatuaggi classica che visto un evolversi progressivo con i tempi. Il dolore in questo caso si riduce al minimo ma certamente come sappiamo dipende anche dalla grandezza del tatuaggio, non è infatti insolito che un tatuaggio grande venga eseguito su più appuntamenti, il principio elettrico si associa alle bobine.