L’uomo che ha venduto il proprio tattoo
Non è una delle notizie più recenti all’interno del mondo dei tattoo ma è senz’altro tra le più particolari e originali in circolazione: stiamo parlando dell’uomo che ha letteralmente venduto la sua pelle!
L’uomo che ha venduto il proprio tattoo – Infatti lo Svizzero quarantenne Tim Steiner porta dietro la sua schiena un immenso tatuaggio opera del famoso artista belga Wim Delvoye. Quest’ultimo ha fatto parlare di sé ed è noto al pubblico per la sua arte spesso controversa: ricordiamo il suo progetto di tatuare i maiali, contro cui si sono scagliati gli animalisti di tutto il mondo, come anche la sua opera “Cloaca” che consiste in un macchinario in grado di trasmutare il cibo in feci.
Lo scandalo dell’ultima opera dell’artista Belga
Il suo ultimo progetto è stato quello di ricreare sulla pelle di un volontario un tatuaggio ritraente una sua opera! Ed è qui che arriva Tim Steiner! Saputo infatti del suddetto progetto da parte della fidanzata, non se lo è fatto ripetere due volte e si è offerto come “tela” per l’opera dell’artista nel 2006. Ma ora quest’opera a chi appartiene?
Lo Svizzero che ha venduto la sua schiena
Infatti lo Svizzero due anni dopo nel 2008 ha deciso di vendere l’opera che porta sulla schiena da un collezionista tedesco di nome Rik Reinking. Di fatto perciò, la sua schiena non è più di sua proprietà ma, come lo stesso Tim Steiner afferma, appartiene a Reinking che l’ha acquista per 150,000,00 euro.
Ma cosa rappresenta il tatuaggio?
L’opera in questione raffigura un disegno che ricopre tutta la schiena dello svizzero, lui stesso già tatuatore, e rappresenta una madonna in bianco e nero sormontata da un teschio in stile messicano, avvolta da raggi e affiancata da figure quali pesci, uccelli e fiori colorati.
In cosa consiste il contratto di vendita?
Quindi secondo il contratto, lo svizzero porterà sulla sua schiena l’opera in oggetto, senza limitazioni in fatto di graffi bruciature etc.: infatti ha già subito due operazioni alla schiena, ma una volta defunto, la sua pelle entrerà nella collezione privata del collezionista tedesco. Questo ha provocato ancora una volta non poche indignazioni, paragonando il fatto allo schiavismo ed alla prostituzione.
I doveri della “tela umana”
Inoltre un’altra clausola del contratto che Tim Steiner ha dovuto firmare una volta venduta la sua “pelle”, consiste nel partecipare a tutte le esposizioni artistiche stabilite da Reinking! Infatti ha già partecipato per un anno a quella del museo Mona di Hobart, in Tasmania dove lavorava 5 ore al giorno 6 giorni su 7, mostrando la sua schiena al pubblico senza potersi muovere o interagire, seduto dritto senza maglietta, con i piedi penzoloni. Come ha ammesso lo stesso Steiner, è stato molto duro come impegno e spesso si è ritrovato ad assistere a scene grottesche con gli spettatori che, seppure separati da una linea fissata per terra, spesso rimanevano basiti una volta capito che si trattava di un’opera vivente e non sono mancati atti di protesta quali urla e sputi nei confronti dello svizzero.
Ad oggi Steiner è già tornato una seconda volta in Tasmania per un esposizioni di altri 6 mesi e nonostante tutti i suoi impegni e l’attenzione mediatica ottenuta, lui stesso non si considera un’opera d’arte ma bensì solo la cornice che la conserva! Ne sarà realmente valsa la pena…?