I tatuaggi dei carcerati: i significati
Il tatuaggio è sempre stato un simbolo di distinzione e riconoscimento. Per questo motivo è stato anche lo strumento più utilizzato in carcere. Grazie al tatuaggio si crea una gerarchia facilmente identificabile, si sottolinea l appartenenza ad un gruppo, una banda o richiama le credenze religiose del carcerato stesso. Ma quali sono i significati più diffusi in carcere?
Innanzitutto partiamo con il dire che ovviamente questo è un aspetto che può variare da persona a persona, però è anche vero che in carcere potremmo facilmente imbatterci in disegni o simboli contro le autorità, la legge e lo stato in sé. Altre figure diffuse sono quelle che simboleggiano odio, rabbia, razzismo o più semplicemente possono servire ad indicare il tempo di detenzione del carcerato. Forse uno dei più gettonati è la lacrima sotto l’occhio. Questa simboleggia una lunga pena da scontare per un crimine molto grave oppure la ricerca di vendetta per l’omicidio di una persona cara. Altro light motive è l’orologio senza lancette che sta a significare il lento scorrere del tempo dietro le sbarre. I numeri invece possono essere utilizzati per sottolineare l’affiliazione ad una specifica banda o essere i numeri di riconoscimento del detenuto.
Se andiamo più nello specifico, tra i numeri il più diffuso è il tredici; la tredicesima lettera dell’alfabeto è la M con la quale si fa riferimento alla marijuana. I tre punti sotto l’occhio invece, simboleggiano la vita senza regole e schemi del carcerato o in alcune culture specifiche questo tattoo può riferirsi alla trinità. In generale alcuni di questi possono anche essere scelti da persone non detenute o per il loro impatto estetico o per ricordare e far riferimento alla loro vita difficile e senza prospettive per il futuro.
Una categoria da sempre legata al mondo dei tatuaggi è senza dubbio quella dei carcerati. Strumento di comunicazione o di arte i tattoos sono sempre stati presenti nelle prigioni italiane e non solo da decenni. I tatuaggi nel mondo dei carcerati sono costantemente composti da simboli specifici; raffigurazioni alle quali i detenuti sono legati per i più svariati motivi personali.
Ricorrenti sono i disegni di croci o comunque dal forte rimando religioso come crocifissi, la stella di David ed altri simboli che possono rappresentare espressioni di consolazione per chi è costretto a passare gran parte delle proprie giornate rinchiuso all’interno di quattro mura. Ma le rappresentazioni possono essere tra le più svariate; appartenenza ad una determinata banda, ad un clan, ma anche forme di ribellione per la società colpevole di escludere determinati soggetti. Uno dei simboli più ricorrenti è l’orologio senza lancette. Questo particolare simbolo indica il tempo che per un detenuto può non passare mai o la poca importanza del trascorrere delle ore per chi è costretto a scontare un ergastolo.
Simbolo di dolore è la lacrima che assume un significato particolare per quei detenuti che hanno dovuto trascorrere lunghi anni in carcere e per chi ha assistito alla morte di un caro amico. Una sigla ricorrente in molti carceri americani, canadesi e messicani è MS 13: il significato è Mara Salvatrucha, una banda di criminali noti per la loro efferatezza. Molto comune tra i carcerati ispanici è la raffigurazione dei tre punti. La simbologia rimanda alla vita senza regole della persona o anche la santa Trinità. Se i punti diventano quattro possono raffigurare le mura del carcere mentre se raggiungono le cinque unità rappresentano il lungo tempo trascorso in prigione. Davvero molto ricorrenti il rosario, i volti di santi e madonne, messaggi ai propri cari, un ragno in una ragnatela rimando alla dipendenza dalla droga, le rose simbolo della giovinezza perduta ed una tigre che può rappresentare l’aggressività verso le Forze dell’Ordine.